giovedì, settembre 25, 2008

I Sistemisti e la mania di Facebook


Dopo Tribalwars, Call Of Duty e Urban Terror, all'Automazione si sta "sperimentando" il brivido del social networking con il famigerato FACEBOOK.

Che cosa spinge milioni di persone a condividere incessantemente minuto per minuto la propria vita e altrettanti milioni di persone a interessarsi incessantemente minuto per minuto della vita altrui?
Gli scienziati sociali la chiamano “consapevolezza ambientale” e , a quanto pare, è per molti irresistibile.

La vera rivoluzione messa in atto da FACEBOOK è quella del nickname... pensateci:
il vero salto che sta facendo la rete oggi sia quello dal nickname al nome reale. Prima, nei social-network si usavano nickname per celare la propria identità.

Qualche anno fa nei blog, nelle pagine personali, l’identità vera dell’internauta era pressocchè totalmente taciuta. Anzi, si discuteva del fatto che la rete consentiva una sorta di luogo sicuro per “essere” tutte le persone che si poteva o desiderava essere.
Adesso ho l’impressione che il tabù del proprio nome e cognome stia progressivamente tramontando e cedendo il posto a una “presenza” super-personale. Non solo ti dico chi sono e che faccio, ma aggiungo anche il come mi sento, con chi sono sposato, che amici ho e cosa sto facendo in questo preciso istante. Una iper-presenza potremmo dire.
Gli svantaggi di un simile spostamento, se si sta verificando davvero, sono probabilmente numerosi quanto i vantaggi.
Su Facebook questa cosa è già una realtà, tutto il network vive della vera identità di chi lo popola.
Pensiamo per un attimo alla possibilità presente su Facebook di taggare una foto con il nome della persona ritratta. Se un mio amico del liceo che non vedo da 10 anni e che mi sta pure un po’ sui nervi, si fa saltare in mente di uploadare una mia foto degli anni '80, primo non posso saperlo se non sono anche io sul network e secondo non posso in teoria impedirlo, se non a posteriori.
Questo significa che qualche migliaio di persone potrebbe vedere la mia capigliatura cotonata, di cui mi vergogno anche con me stessa, senza che io abbia preso alcuna decisione in tal senso.
Se ci pensate la cosa ha in sé qualcosa di violento.

Un’altra cosa un po’ folle di Facebook è che puoi cambiare il tuo status civil-sentimentale: sono single, sono fidanzato e con chi, sono sposato e con chi. Se una coppia dovesse malauguratamente lasciarsi, i due hanno tre strade: uscire dal network e perdere definitivamente la possibilità di monitorare la propria “posizione sociale” sul medesimo (cosa dicono di me, quali accidenti di foto pubblicano, ecc..), non essere più "amici" (che, per una ex coppia che si interessa dei moti di chiunque, può apparire un po' estremo) oppure rassegnarsi a conoscere il nome della nuova compagna, la sua foto, quello che lei scrive a lui in bacheca, i video che gli manda sul superwall, insomma il loro incessante menage a deux.
Menage che non sai mai se è autentico o sottilmente mirato a dire, far capire, sfruculiare (come si dice dalle mie parti) l’ex partner. C’è da diventar matti a ben pensarci! J
E’ come essere in un paesino di provincia, anche se ha la dimensione di una metropoli.
Tutti sanno tutto di tutti.
Francamente, al di là delle battute da "macchinetta del caffè", è questo il motivo per cui ho deciso di starne lontano.

1 commento:

Pitt ha detto...

Ti aspettavo al varco, per commentare ;)

L'esperimento, da bravi curiosi, va fatto.
Io sono ancora "mani in pasta"...
A breve il verdetto...
Per ora sembra un veicolo perfetto per prendere l'IAD :)